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Premio di Ricerca

"Valeria Silvia Mellace" 2015

Il vincitore e la sua ricerca

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Michela Stefani

Nasce a Roma il 17 dicembre 1987 e si laurea nel 2009 in Storia e conservazione del patrimonio artistico e archeologico all’Università degli Studi Roma Tre, con una tesi dal titolo: i ninfei del suburbio di Roma: diffusione, distribuzione e tipologia per la cattedra di Archeologia Urbana (Rel. Prof. Riccardo Santangeli Valenzani). Presso la stessa Università frequenta poi il corso di laurea magistrale in Scienze dell’archeologia e metodologia della ricerca storico-archeologica che si conclude con la stesura di una tesi dal titolo: Via Appia: l’edificio in opera laterizia sovrastante il Sepolcro degli Scipioni (Rel. Prof. Daniele Manacorda e Prof. Rita Volpe) che ha avuto come oggetto l’analisi dell’edificio di età imperiale presente nell’area archeologica del Sepolcro degli Scipioni, solitamente interpretato come “insula”.

Nel 2016 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia e Conservazione dell’oggetto d’arte e di architettura della scuola dottorale in Culture della trasformazione della città e del territorio dell’Università degli Studi Roma Tre con un progetto dal titolo: L’area archeologica del Sepolcro degli Scipioni: l’evoluzione degli insediamenti tra antichità e medioevo.

Questi anni sono stati ricchi di numerose attività seminariali, ma soprattutto di esperienze di scavo, condotte per la maggior parte nella città di Roma. Dal 2011 collabora infatti con la Cattedra di Archeologia Medievale (Prof. Riccardo Santangeli Valenzani), partecipando a numerose campagne di scavo presso il Colosseo e il Foro della Pace e, dall'anno scorso, inoltre, è impegnata anche nello scavo della Catacomba di Santa Mustiola (Chiusi) sotto la direzione del Dott. Matteo Braconi (Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana). Tra i suoi interessi figurano principalmente l’archeologia funeraria e le dinamiche di trasformazione che caratterizzano il paesaggio urbano, specialmente di Roma, dall'Antichità all'età moderna.

 

 

Il Sepolcro degli Scipioni: studio degli elementi architettonici e del loro contesto di appartenenza
 
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Oggetto

L’obiettivo del presente progetto di ricerca consiste nella catalogazione, nell’analisi tipologica e cronologica degli elementi architettonici in tufo presenti nel sepolcro degli Scipioni e nell’area archeologica circostante e quindi nella ricostituzione del loro contesto di appartenenza.

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Stato dell’arte

L’area del sepolcro degli Scipioni si configura come un vero e proprio palinsesto di epoche storiche (Figura n. 1). L’ipogeo, chiuso al pubblico dal 1992, è finalmente di nuovo visitabile dal 15 dicembre 2011. La Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale infatti ha intrapreso negli anni scorsi un’importante serie di lavori di restauro che hanno seguito più o meno l’assetto dell’area voluto da A.M. Colini nel 1929.

L’area del sepolcro degli Scipioni si configura come un vero e proprio palinsesto di epoche storiche.  Il sito, situato sulla via Appia Antica, fuori Porta Capena, oltre al celebre ipogeo, è caratterizzato da molti altri interventi, come la realizzazione di vari sepolcri repubblicani, di un colombario sotterraneo di epoca augustea intercettato da una grande fondazione in selce, dalla costruzione di un edificio forse abitativo, rivestito in opus sectile, di un complesso funerario con una catacomba di modeste dimensioni annessa e infine di un edificio, datato tra la metà del III e gli inizi del IV secolo d.C., e che oblitera in parte il sepolcro stesso e sul quale si imposta un’abitazione moderna (Figura n. 2).

Questa struttura, genericamente definita “insula”, insieme a tutti gli altri complessi edilizi, è stata sempre oscurata dalla notorietà dell’ipogeo, su cui si imposta, e proprio per questo, viene soltanto fugacemente menzionata dagli studiosi, a differenza delle altre strutture, per le quali non esiste neanche una storia degli studi.

L’attenzione degli studiosi, come è naturale, si è infatti sempre focalizzata sulle iscrizioni e sui famosi sarcofagi della gens Cornelia, tralasciando anche lo studio dei numerosissimi elementi architettonici in tufo presenti sia all’interno del Sepolcro che nell’area immediatamente circostante. Dopo la scoperta dell’ipogeo, avvenuta nel 1780, un’analitica descrizione delle dinamiche del ritrovamento del sepolcro e delle iscrizioni stesse viene data da E. Q. Visconti, che dedica un breve paragrafo solo alla struttura eretta al di sopra dell’ipogeo, ma non accenna agli altri edifici o alle loro decorazioni architettoniche; come R. Lanciani, nel 1897, in Ruins and excavations of ancient Rome.

P. Nicorescu nel 1923, in un articolo sul sepolcro, inserisce solo un’attenta descrizione della così detta “insula”, che viene solamente citata nel Capitolium del 1927 da A. M. Colini.

Nel 1929, S. Platner e Th. Ashby citano soltanto l’edificio impostato sull’ipogeo degli Scipioni, come il Capitolium dello stesso anno, nel quale A.M. Colini si sofferma sugli interventi di sistemazione che diresse per conto del Governatorato; risultato importante di questi lavori fu la planimetria dell’area, realizzata da I. Gismondi, tutt’oggi ancora valida (Figura n. 2).

In seguito si susseguirono moltissimi studi specialistici delle celebri iscrizioni, pubblicate nel 1863 nel primo volume del CIL, ripubblicate poi nelle ILLRP alla fine degli anni ’50 e oggi conservate all’interno dei Musei Vaticani, e numerose ricerche dedicate all’analisi dei sarcofagi e alla facciata monumentale del sepolcro.

Nel 1988, dopo la pubblicazione in Dialoghi di Archeologia, finalmente, F. Coarelli pubblica una sintetica guida al sepolcro degli Scipioni, ma spende poche righe per indicare esclusivamente la presenza dell’edificio a carattere funerario con la vicina catacomba e dell’ “insula” stessa. La voce Sepulcrum (Corneliorum) Scipionum nel LTUR di F. Zevi nel 1999 non fa proprio menzione delle restanti strutture funerarie presenti nell’area.

 

Mentre tutti i complessi edilizi sopra menzionati sono stati oggetto di studio nell’ambito del Dottorato in Storia e conservazione dell’oggetto d’arte e di architettura che ho svolto presso il Dipartimento di Studi Umanisti dell’Università degli studi Roma Tre, risulta evidente, da questa breve rassegna degli studi, l’assenza di un’analisi approfondita dei numerosissimi elementi architettonici in tufo, come cornici e basi di colonne, appartenenti al sepolcro degli Scipioni stesso, presenti all’interno dell’ipogeo e nell’area circostante, dei quali attualmente non si conosce il contesto di appartenenza.

Lo studio degli elementi architettonici in tufo proposto in questa sede si configura quindi come uno studio autonomo, per l’ampiezza, la difficoltà e le differenze delle problematiche affrontate, che getterà nuova luce su una delle aree archeologiche più importanti di Roma e su un argomento, quello degli elementi architettonici di epoca repubblicana, tutt’ora suscettibile di nuovi interrogativi.

 

Attività previste e articolazione temporale delle stesse

In base ad una prima ricognizione effettuata nell’area risultano presenti almeno 80 elementi

architettonici in tufo tra cornici, basi di colonne e blocchi, sia all’interno del sepolcro degli Scipioni che nelle sue immediate vicinanze.

I primi sei mesi della ricerca quindi saranno utilizzati per compiere il censimento e la catalogazione di tutti gli elementi architettonici, per capire la provenienza dei pezzi ed escludere in tal modo quelli che non appartengono all’area archeologica in questione.

Questo tipo di lavoro risulterà pertanto anche estremamente interessante per la conoscenza dell’area e della storia degli studi della stessa, tutt’ora purtroppo ancora molto lacunosa.

I secondi sei mesi della ricerca saranno impiegati invece per lo studio approfondito di ogni pezzo, sia a livello tipologico che cronologico, per la ricomposizione del loro contesto di provenienza, e infine per la stesura dell’elaborato finale.

 

Metodologia

La schedatura sistematica dei pezzi architettonici verrà effettuata attraverso la redazione di schede RA (Reperto Archeologico); per ognuno dei pezzi inoltre verrà realizzata la documentazione fotografica e grafica.

Successivamente gli elementi verranno analizzati in modo approfondito dal punto di vista

tipologico e cronologico, attraverso la consultazione di monografie specifiche in merito e uno spoglio bibliografico volto alla ricerca di confronti con elementi architettonici certamente datati e inseriti in una tipologia certa.

L’ultima fase del progetto è volta alla ricostituzione del loro contesto di appartenenza, attraverso l’incrocio dei dati provenienti dall’analisi specifica di ogni elemento architettonico e i dati provenienti dallo studio di tutti i contesti funerari presenti nell’area del sepolcro degli Scipioni.

Questo renderà possibile realizzare anche delle vere e proprio ricostruzioni grafiche dei contesti di appartenenza, che siano sarcofagi, recinti funerari, altari, sepolcri o la facciata stessa del Sepolcro.

 

Criteri di valutazione dei risultati

La sistematica quantificazione e catalogazione degli elementi architettonici renderà possibile la realizzazione di un vero e proprio catalogo dei pezzi, il quale condurrà ad una conoscenza approfondita sia dell’area funeraria circostante il celebre ipogeo sia della facciata monumentale stessa del Sepolcro, alla quale probabilmente alcuni elementi architettonici appartengono.

Questo studio quindi produrrà nuovi e interessanti risultati relativi ad una delle aree archeologiche più importanti della Roma antica.

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